Presentazione orale
Riassunto: Negli ultimi decenni l’arboricoltura da legno si è sviluppata secondo moduli colturali differenti rispetto a quelli tradizionali, impiegando specie tipicamente forestali, presenti di solito nei boschi, oppure specie di interesse agrario, quali noce e ciliegio. L’impiego di queste specie in impianti artificiali, spesso puri e al di fuori del loro ambiente naturale, in sostituzione delle colture agrarie, pone una serie di problematiche di non facile soluzione. Il presente lavoro ha preso in considerazione alcune piantagioni di latifoglie a legname pregiato (acero montano, ciliegio, frassino maggiore, noce comune e ontano napoletano) realizzate sulle Serre Catanzaresi (VV), con l’obiettivo di valutare i risultati conseguiti sia in termini quantitativi (accrescimento) sia qualitativi (forma dei fusti, ramificazione, ecc). Dalle analisi è emerso che gli interventi di arboricoltura da legno presi in considerazione costituiscono un interessante esempio delle possibilità e limiti di coltivazione, in purezza o quasi, di alcune delle specie considerate su terreni marginali all’agricoltura. Le differenze sono legate soprattutto alle diverse specie impiegate. Alcune di esse (acero montano e ciliegio selvatico) sono in grado di assicurare risultati soddisfacenti, altre (frassino maggiore e noce comune) hanno mostrato gravi limiti a seguito di danni dovuti ad agenti defoglia tori o per la scarsa qualità del materiale d’impianto.
Citazione: Barreca L, Marziliano PA, Menguzzato G, Pelle L, Scuderi A (2009). Interventi di arboricoltura da legno con latifoglie di pregio risultati a 20 anni dalla piantagione. In: VII Congresso Nazionale SISEF “Sviluppo e adattamento, naturalità e conservazione: opportunità per un sistema forestale in transizione“ (Università degli Studi del Molise, Isernia - Pesche (IS), 29 Settembre - 3 Ottobre 2009), Abstract-book, Contributo #c07.2.1. - [online] URL: https://congressi.sisef.org/?action=paper&id=1315